Progetto Dhakira — ذاكرة

People’s Memory Project
4 min readDec 26, 2018

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Per una memoria storica della Striscia di Gaza e della Palestina

I vecchi moriranno, i giovani dimenticheranno. Ben Gurion

Se occupi le menti, occupi la terra. Nur Arafeh

Public history a Gaza

Quello che ci proponiamo e che proponiamo è un progetto di costruzione della memoria storica della Striscia di Gaza. Non intendiamo porci però come “tecnici” che esternamente, da fuori, scrivono e impongono una storia della Striscia ai suoi abitanti: vogliamo costruire con gli abitanti di Gaza questa memoria, realizzando un archivio aperto audiovideo e digitale di fonti orali e fonti scritte; aperto perché, gettate le prime basi, l’archivio si alimenti da sé e siano gli abitanti stessi a portarlo avanti.

Questo approccio si chiama public history: “storia pubblica”, nel senso di impegnata a livello sociale e politico, costruita con la collaborazione tra storico e collettività, senza rapporto gerarchico ma anzi egualitario.

Perché un progetto sulla memoria di Gaza

La chiamano “generazione post-Oslo”, i giovani palestinesi nati dopo il 1993 e la prima Intifada. Troppo giovani per ricordare la Seconda del 2000, cresciuti nel periodo neoliberista dell’Autorità nazionale palestinese (sotto il premier Salam Fayyad), cresciuti tra l’oblio, il crollo dell’organizzazione popolare della prima Intifada e dell’impegno politico del movimento di liberazione, la loro azione politica è definita “della disperazione”: priva di prospettive future e di un legame con il passato. Oltre la metà della popolazione palestinese ha meno di 19 anni; più del 50% dei palestinesi vive nei Territori occupati, quindi è nato nei Novanta.

A Gaza la situazione è ancora peggiore, con un livello di militarizzazione tra i più alti al mondo, disoccupazione e povertà, crisi idrica e culturale, un’età media inferiore ai 20 anni. Dal 1948 in avanti Israele ha perseguito la politica della separazione identitaria dei palestinesi attraverso la divisione geografica e la gerarchia dei diritti. La Striscia è il principale obiettivo politico-militare di Tel Aviv, ma anche il “laboratorio” (su una popolazione reale) di controguerriglia vincente che Israele esporta in tutto il mondo: qui, i due elementi della separazione identitaria si ritrovano più forti e marcati. La memoria storica e l’educazione, secondo il metodo della public history, sono leve per scardinarli e ribaltarli.

Secondo Nur Arafeh, giovane ricercatrice e analista del think tank palestinese al-Shabaka: La nuova generazione non sarà in grado di pensare strategicamente senza educazione. In tal senso la demolizione di case, la confisca di terre, la revoca della residenza non sono che elementi accessori nel momento in cui si indebolisce la nuova generazione. È pericolosissimo: se occupi le menti, occupi la terra. (C. Cruciati, M. Giorgio, Cinquant’anni dopo, Alegre 2017)

Dove seguire il diario di bordo

Il sito e archivio digitale è ancora in fase di lavorazione. Pubblicheremo tramite medium.com gli aggiornamenti sul progetto e sul viaggio che realizzeremo a gennaio. Potete seguirci su twitter con l’hashtag #gazamemory e #dhakiraproject; su facebook dalle pagine sorelle: Laboratorio Lapsus, West Climbing Bank e Rojava Resiste.

Quali fonti

Pensiamo di lavorare su tre tipi di fonti:

a) orali: organizzare per generazioni e fasce di età le persone da intervistare, in modo da raccogliere memorie di più periodi della storia di Gaza;

b) audiovideo: i video o le fotografie personali di singoli, famiglie, organizzazioni attinenti a diversi avvenimenti e periodi;

c) scritte: dopo una prima fase di censimento delle istituzioni e/o organizzazioni presenti attualmente o che lo sono state (forze politiche, università, organismi internazionali, ONG, amministrazioni coloniali e governative), verificare in un secondo momento l’esistenza o meno di archivi documentali e loro accessibilità; tutto questo finalizzato, nella terza fase, alla ricerca d’archivio vera e propria sugli eventi o i periodi che si prenderanno in esame.

Come già accennato, per tutti e tre questi tipi di fonti, ci riferiamo a:

· famiglie

· organizzazioni politiche

· istituzioni (governative, amministrative, educative, religiose)

· organismi internazionali

· ONG

· donne

Il punto di partenza del lavoro, però, per quanto riguarda le fonti orali e audiovideo, sono gli abitanti di Gaza e non organizzazioni o istituzioni. Per fare questo, lavoreremo direttamente con le studentesse e gli studenti dell’università al-Quds di Gaza City.

Periodizzazione di massima

1918–1948: mandato britannico

1948–1967: controllo egiziano (ad eccezione di quattro mesi nel 1956, durante la crisi di Suez, quando la Striscia venne occupata da Israele)

1967–1994: occupazione israeliana (dalla guerra dei sei giorni agli accordi di Oslo)

1994–2007: controllo dell’ANP

2007–2017: controllo di Hamas

2018 — : governo di unità nazionale (Hamas ancora de facto)

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